LE AVVENTURE DI UN INGEGNERE DI PISTA

Il lavoro dell’ingegnere di pista grazie alla visibilità data dai media è diventato uno dei ruoli sempre più conosciuti ed apprezzati perfino dai tifosi.

“Team radio” trasmessi in diretta ad ogni GP di Formula 1 tra Hamilton e Tony Ross o tra Vettel e Riccardo Adami ci hanno fatto conoscere le voci ed i volti di tali professionisti, che sono a tutti gli effetti i primi e diretti interlocutori di ogni pilota.

Questo ruolo è cambiato nel corso del tempo, adattandosi all’evoluzione delle tecnologie.

Il ruolo dell’ingegnere di pista

Prima degli aspetti tecnici che andremo ad accennare successivamente, è fondamentale capire l’importanza che riveste il rapporto umano che si crea tra il pilota ed il proprio ingegne

re. Esso infatti deve cercare di creare un ottimo rapporto umano con il proprio pilota, cercando di metterlo a proprio agio ed adattandosi alla sua personalità.

Pensiamo a piloti estroversi e logorroici: l’ingegnere deve saperlo ascoltare, al contrario, se il pilota ha

un carattere introverso, si deve riuscire ad essere empatici per estrapolargli le maggiori informazioni possibili, mettendolo sempre a proprio agio.

Il lavoro dell’ingegnere diventa ancora più importante data l’età media bassa dei piloti di nuova generazione, occorre guidarli alla perfetta conoscenza della monoposto.

Le modifiche che avvengono su un’automobile sono colte in modo differente da ogni pilota, poiché in pista potrebbero essere percepiti in maniera diversa. In questi casi, occorre far comprendere al proprio pilota, attraverso continue prove, il collegamento giusto tra la causa e l’effetto della modifica evitando di fare associazioni non corrette.

Il ruolo psicologico dell’ingegnere di pista risiede nell’acquisire la fiducia del pilota per fargli conoscere ogni aspetto del proprio lavoro ed ottenendo in cambio le risposte il più accurate e corrette possibili.

Dal tipo di rapporto che si instaura dipende tanto della riuscita professionale del lavoro. Per questa ragione molti piloti anche quando cambiano scambiano scuderia chiedono di essere seguiti dal proprio ingegnere di pista con il quale hanno lavorato per lungo tempo e con il quale hanno un ottimo rapporto.

Nel corso di una stagione si trascorre molto tempo insieme e quindi è importante creare un rapporto professionale, duraturo ed amichevole. Questo è il primo passo fondamentale per l’ottima riuscita del rapporto professionale dell’ingegnere di pista.

Come si svolge il lavoro dentro e fuori la pista

L’aspetto che viene visto da tutti è quello che avviene dentro la pista e durante i week-end di gara, ma esso è in realtà solo la fase finale del lavoro di un ingegnere di pista.

La preparazione di un gran premio inizia settimane prima con l’analisi della gara precedente, grazie alla quale si possono ottenere delle indicazioni interessanti.

Percorrendo giro dopo giro e rivalutando in chiave critica tutte le decisioni affinché si possa avere un quadro oggettivo degli accadimenti.

Il passaggio successivo riguarda il simulatore, grazie al quale si hanno i riscontri definitivi delle scelte che sono state compiute. La fase del simulatore rappresenta di fatto una pista virtuale senza pressioni e caos da gara dove poter lavorare in tutta tranquillità. L’obiettivo finale di questa fase è quello di individuare il set-up di gara della vettura, insieme alle alternative possibili.

Superata questa fase ci si trasferisce in pista dove a partire dal
venerdi incomincia l’azione con le prove lbere. Durante il wend di gara il race eng. “diventa direttore d’orchestra” e gestisce tutte le risorse al meglio, dal pilota fino all’ultimo dei meccanici.

Di fatto e’ un crescendo operistico, una costante ricerca di miglioramento fatta di commenti del pilota, terabite di dati fornita dalla macchina attraverso i preformance eng., meeting continui, situazioni di grande pressione alternati a momenti di profonda analisi. In questo caos controllato il bravo ingegnere fa la differenza!

Unendo il tutto, insieme ai dati relativi alle gomme o previsioni meteo si arriva a determinare l’assetto definitivo.

L’assetto di base come si può vedere è differente e specifico per ogni tipo di pista ed è una sorta di compromesso. Durante il Campionato Mondiale troviamo delle piste quali ad esempio Monte Carlo dove è difficile superare e quindi viene molto privilegiato il lavoro sul il giro di qualifica, altre in cui i sorpassi sono più semplici, di contro si privilegia più il lavoro sul passo di gara.

I regolament attuali non consentono di modificare molto prima del gran premio, solo piccoli ritocchi come ad esempio l’incidenza delle ali (flap) anteriori può essere fatta.

Il lato meccanico della monoposto non può essere modificato, eccezion fatta per il cambio in gara della mappatura del differenziale e la ripartizione di frenata adattando l’automobile al suo stile di guida, al momento specifico della gara ed al quantitativo di benzina.

Come accennato in precedenza, uno strumento importantissimo è il simulatore, che si è evoluto sempre di più nel corso degli anni e consente al pilota ed agli ingegneri di avere la massima assistenza. Ricordiamo però che la componente umana adotta un ruolo di vitale importanza: sono infatti le scelte fatte dal pilota insieme al Team – work a fare la differenza.

L’attività di istruzione ed il feeling del pilota con il proprio ingegnere risulta essere sempre un fattore importantissimo.
Nella riuscita del lavoro della squadra un fattore importante è la competizione. Come per il pilota il compagno di scuderia rappresenta il primo rivale, anche tra gli ingegneri di pista esiste una certa rivalità.

Nei briefing tecnici c’è uno scambio di dati ma la competizione positiva consente anche agli ingegneri di imparare, migliorarsi per fare il bene dalla squadra.

I vari tipi di Ingegnere di pista

Gli ingegneri di pista presenti oggi sono di varie tipologie.

I più importanti sono gli addetti alla telemetria, all’engine e alla diagnostica. La telemetria è uno strumento che raccoglie tutti i dati riguardanti una monoposto o una moto, al fine di migliorare la performance. In questo caso l’ingegnere addetto alla telemetria scarica i dati dalla centralina presente sul mezzo e poi li elabora al fine di verificare quali sono i punti di forza e di debolezza della vettura da migliorare.

L’incrocio dei dati provenienti dai vari sensori di cui è munito il mezzo consentono di tirar fuori tutti i vari tipi di grafici suddivisi per categoria e comparati ad ogni settore del circuito.

L’ingegnere addetto al motore (engine) si occupa di analizzare tutti i dati relativi al motore al fine di determinarne i lati da migliorare e sviluppare ulteriormente e vedere quelli invece che rappresentano dei punti di forza.

L’ingegnere di pista addetto alla diagnostica invece si occupa di ricercare quelle che sono le cause scatenanti delle anomalie del mezzo per poterle poi successivamente risolvere.

L’ingegnere di pista è un tipo di lavoro davvero affascinante con molteplici risvolti occupazionali. Le competenze che si possono acquisire sono molteplici e vanno anche aldilà delle mere competenze ingegneristiche e tecniche.

In definitiva è un settore davvero da consigliare a giovani o meno giovani ingegneri che hanno la volontà di mettersi in discussione e crescere ogni giorno. La passione per il mondo dei motori è certamente un vantaggio, ma questo lavoro può piacere ed appassionare sicuramente ogni tipo di ingegnere.

Il lavoro è altamente competitivo ed anche stressante ma può dare delle ottime soddisfazioni in termini di competenze acquisite e di risultati ottenuti.

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